Un pomeriggio, infatti, nei pressi della contea di Cork, mentre camminavo trovai in terra la scarpetta del folletto indisponente: una bizzarra casualità che mi diede però modo di conoscere, in prima persona, i leggendari personaggi delle favole Irlandesi. Questo incontro fatato mi diede l’opportunità di conoscere in prima persona il Buon Popolo del Sidh (l’aldilà), mondo parallelo in totale coesistenza con quello degli umani.
Appena trovata la scarpetta infatti, ignara di ciò che sarebbe successo nel portar via quell'oggetto, cominciò a succedermi di tutto, un disguido dopo l'altro. Fatti inspiegabili, incidenti, ritardi, tanto da farmi allarmare al punto da intuire che tutto era cominciato proprio con il ritrovamento di quel cimelio d'oro a forma di scarpa. Un po' per scaramanzia, un po' per intuizione, decisi di rendere il ciondolo alla terra che mi stava ospitando e la lanciai con forza alle mie spalle, dietro una siepe. Da quel preciso momento i miei guai finirono, all'istante. Prova ne fu che da quel momento il viaggio andò nuovamente a gonfie vele.
Quando tornai in Italia decisi di fare delle ricerche e trovai proprio una leggenda irlandese che narrava di un folletto calzolaio, il Leprechaun. Lessi del folletto ciabattino e capii di aver avuto un incontro, molto ravvicinato, con gli esseri della terra di mezzo. Ecco cosa racconta la leggenda:
Le leggende hanno reso questo folletto l'emblema del St. Patrick's Day e, durante la sfilata, la sua maschera apre il corteo come simbolo di buon auspicio. Il suo ritratto è presente anche in tutti i negozi di souvenir.
Questa affascinante esperienza, oltre ad accrescere la mia già grande passione per il folklore irlandese, mi ha dato modo di approfondire e conoscere le tante tradizioni della mia terra d'origine che, fatta di leggende e usanze antichissime, risultano essere spesso molto simili a quelle irlandesi. Ad esempio è risaputo che, anche in Sardegna, per ingraziarsi le entità del mondo parallelo, soprattutto nella notte degli spiriti (is animeddas), molti usavano proprio mettere del latte o del cibo sul tavolo apposta per loro.
Jana Sylvié