C’è una frase che Maria Lai ribadiva, durante un’intervista fattagli prima che morisse, che ha segnato profondamente il mio percorso artistico e umano verso la mia missione personale di custode dei tesori delle Janas. Lei diceva: “L’arte è una concretezza che contiene un pezzo di Universo. Lo rende afferrabile, altrimenti ci sfuggirebbe. Così le fate (Janas) ci portano un po’ di Universo perché non ci sfugga”.
L’arte delle Janas, in tutte le sue forme, è patrimonio dell’umanità ed è custodita da millenni nel cuore dell’isola di Sardegna, dalle Donne/Janas custodi, curatrici e sciamane. L’arte da loro tramandata non può essere venduta, non può essere sporcata da atti speculativi e infidi, non può essere usata per scopi personali. Per questo motivo solo i custodi dal cuore puro e profondamente connesso con la propria missione, possono essere all'altezza di tale arduo compito. Un artista che fa della sua arte un mestiere per vivere è semplicemente un artista ma nel momento in cui, anche solo per una volta nella propria vita, realizzerà qualcosa da donare gratuitamente con il cuore, in quel preciso momento essa rappresenterà una Jana che affida un pezzo del suo tesoro al mondo.
Ho sempre saputo di essere una custode, ho sempre sentito il richiamo delle Janas. Loro mi hanno sempre guidata, illuminando il mio travagliato cammino verso la consapevolezza di chi io fossi. Solo quando mi sono "ritrovata", accettando totalmente sia la mia parte illuminata che quella oscura, trovando finalmente l’armonia e l’equilibrio, mi si è aperto il portale di quel mondo magico.
Capii di essere finalmente una Jana quando, giunta in Danimarca da ormai due anni, ripresi a dipingere quelle simbologie ricche di energia e potere curativo fatto di spirali, luce, speranza, armonia, che si erano sopite dentro di me per potermi dare il tempo di realizzare quel grande cambiamento che stava avvenendo nella mia vita. Il risveglio è stato come una nuova rinascita che ha segnato un nuovo capitolo del mio percorso di custode.
Da allora ho cominciato a dipingere la mia pittura curativa, cercando di aiutare le persone tramite i colori, i simboli, la luce. Ogni tela diventa per me lo spazio ideale dove far scorrere, in armonia, linee e colori che si mischiano a pensieri quieti e a parole taciute, come una preghiera profonda che rende possibile l’impossibile. Dipingere diventa così la massima espressione dell'essenza, ciò che non occorre dire perché basta solo farla scivolare dentro se stessi. Diventa così una medicina che aiuta le persone ad ascoltarsi in profondità, oltre il rumore, fino a farle riuscire nuovamente a percepire quelle vibrazioni che il cuore non ha bisogno di spiegare. In quel momento il mio viaggio diventa il viaggio di chi riceve questa cura. Si viene a creare così una forte empatia, si comincia a ripulire la ferita, ad allontanare l’oscurità, la negatività, fino a ricominciare a credere nella vita, in se stessi e in nuove opportunità.
Ed è così che ogni tela narra di come il mondo e la vita sono dentro di noi.
Questa è la mia pittura curativa.
Jana Sylvié
L’arte delle Janas, in tutte le sue forme, è patrimonio dell’umanità ed è custodita da millenni nel cuore dell’isola di Sardegna, dalle Donne/Janas custodi, curatrici e sciamane. L’arte da loro tramandata non può essere venduta, non può essere sporcata da atti speculativi e infidi, non può essere usata per scopi personali. Per questo motivo solo i custodi dal cuore puro e profondamente connesso con la propria missione, possono essere all'altezza di tale arduo compito. Un artista che fa della sua arte un mestiere per vivere è semplicemente un artista ma nel momento in cui, anche solo per una volta nella propria vita, realizzerà qualcosa da donare gratuitamente con il cuore, in quel preciso momento essa rappresenterà una Jana che affida un pezzo del suo tesoro al mondo.
Ho sempre saputo di essere una custode, ho sempre sentito il richiamo delle Janas. Loro mi hanno sempre guidata, illuminando il mio travagliato cammino verso la consapevolezza di chi io fossi. Solo quando mi sono "ritrovata", accettando totalmente sia la mia parte illuminata che quella oscura, trovando finalmente l’armonia e l’equilibrio, mi si è aperto il portale di quel mondo magico.
Capii di essere finalmente una Jana quando, giunta in Danimarca da ormai due anni, ripresi a dipingere quelle simbologie ricche di energia e potere curativo fatto di spirali, luce, speranza, armonia, che si erano sopite dentro di me per potermi dare il tempo di realizzare quel grande cambiamento che stava avvenendo nella mia vita. Il risveglio è stato come una nuova rinascita che ha segnato un nuovo capitolo del mio percorso di custode.
Da allora ho cominciato a dipingere la mia pittura curativa, cercando di aiutare le persone tramite i colori, i simboli, la luce. Ogni tela diventa per me lo spazio ideale dove far scorrere, in armonia, linee e colori che si mischiano a pensieri quieti e a parole taciute, come una preghiera profonda che rende possibile l’impossibile. Dipingere diventa così la massima espressione dell'essenza, ciò che non occorre dire perché basta solo farla scivolare dentro se stessi. Diventa così una medicina che aiuta le persone ad ascoltarsi in profondità, oltre il rumore, fino a farle riuscire nuovamente a percepire quelle vibrazioni che il cuore non ha bisogno di spiegare. In quel momento il mio viaggio diventa il viaggio di chi riceve questa cura. Si viene a creare così una forte empatia, si comincia a ripulire la ferita, ad allontanare l’oscurità, la negatività, fino a ricominciare a credere nella vita, in se stessi e in nuove opportunità.
Ed è così che ogni tela narra di come il mondo e la vita sono dentro di noi.
Questa è la mia pittura curativa.
Jana Sylvié